il digiuno

Digiuno

La privazione alimentare, è una scelta che viene intrapresa per ragioni di tipo religioso, politico, sociale, personale. Il digiuno, è dunque un atto volontario, che ha un fine specifico, un significato spesso snaturato rispetto alla fisicità, che invece meglio si associa ad una purificazione spirituale. L’organismo reagisce al digiuno con una risposta fisiologica variabile, che palesa delle caratterizzazioni relative alle diverse fasi in cui si sviluppa il digiuno: le fasi di digiuno vengono distinte nel periodo di post-assorbimento, nel digiuno breve, digiuno medio e digiuno prolungato. Durante queste quattro fasi, l’organismo subisce delle alterazioni metaboliche: la fase di post-assorbimento corrisponde al lasso di tempo relativamente breve, che intercorre tra l’ingestione dell’ultimo pasto e la successiva; in questo specifico intervallo, pari a circa tre ore, l’organismo, accentua il processo di glicogenolisi epatica, ovvero accentua la scomposizione del glicogeno per fronteggiare un calo di glucosio in quel particolare frangente di tempo. Nella fase di digiuno breve, l’organismo, attinge energie dai trigliceridi e dal glucosio che si trova nel fegato. Terminate le scorte di glucosio, gli organi, quale il fegato, i reni ed il cuore, attingono invece le loro scorte dagli acidi grassi, risparmiando le restanti scorte di glucosio, che verrà automaticamente destinato ad organi come il cervello, che ne necessitano per il processo di ossigenazione e dunque per la sopravvivenza. Il cervello, in condizione di digiuno, richiede un quantitativo maggiore di glucosio, pari circa a quattro grammi all’ora: il fegato, essendone un produttore scarso, a causa della mancanza di cibo, finisce per ricavare le scorte di glucosio dagli aminoacidi. Nella terza fase, apostrofata come fase di digiuno prolungato, superiore alle ventiquattro ore, l’organismo, continua ad attivare il processo di gluconeogenesi: il glucosio, viene ricavato dagli aminoacidi e quindi dalle proteine che si trovano nel tessuto muscolare; si realizza una sorta di aggressione ai muscoli, che comporta come principale conseguenza una diminuzione volumetrica della massa muscolare stessa, con conseguente mancanza di forze accompagnata da uno stato di apatia. Con il passare dei giorni, l’organismo è sempre meno incline ad attingere glucosio dalle scorte, preservando le scorte per la riserva utile al cervello. Vengono allora attaccati i corpi chetonici, molecole solubili, prodotte a partire dall’ossidazione dei grassi.
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il digiuno: Digiuno prolungato

digiunare Se il digiuno viene prolungato oltre i venti giorni, l’organismo, carente ormai di risorse di glucosio, subisce delle alterazioni notevoli, quali problematiche della respirazione, mancanza di albumina nel sangue, netta diminuzione delle difese immunitarie: queste variabili, convogliano insieme nel portare l’individuo alla morte. Attualmente il digiuno, viene effettuato per purificare l’organismo dalle tossine in eccesso, e per ridurre il rischio di obesità; soggetti che soffrono di patologie legate all’alimentazione o ad alcune tipologie di cibo, scelgono di digiunare per purificare il corpo, limitando i rischi apportati da una società sempre più industrializzata, che pubblicizza e propone pasti fugaci e poco salutari, assolutamente dannosi per la linea e per il corretto funzionamento dell’organismo in generale. Il digiuno, se effettuato con coscienza, può produrre risultati positivi, in linea di massima, è però una scelta controproducente e stressante per l’organismo. Il digiuno prolungato, comporta problematiche e rischi notevoli, quali debilitazione, mancanza di forze, disidratazione, mancanza di ossigeno al cervello. Si può scegliere di digiunare, o di assimilare molti liquidi o cibi leggeri, a seguito di pasti abbondanti e grassi, cosi da aiutare l’organismo a ripristinare le naturali funzioni, ma scegliere di digiunare per giorni, può risultare oltremodo rischioso. L’equilibrio, sta nel seguire un’alimentazione corretta, basata sull’assimilazione di sostanze diverse, che forniscono all’organismo il giusto equilibrio. Una dieta sana, si basa sull’assunzione di vitamine ed oligoelementi, proteine, carboidrati e grassi: suddette sostanze, si trovano in cibi diversi, come la frutta, le verdure, le carni, il pesce, le uova, gli ortaggi, la pasta alcune bevande, ed è per questo, che una dieta sana, è anche apostrofata come dieta variegata. Ad una corretta alimentazione, è preferibile associare la pratica di un’attività sportiva: lo sport, il movimento, favoriscono l’eliminazione dei grassi in eccesso, favoriscono l’aumento muscolare, la circolazione sanguigna, migliorano il lavoro dell’apparato cardiaco, migliorano l’apporto di ossigeno al cervello, ai polmoni. L’organismo ricava dallo sport un beneficio assoluto, che in connubio con una sana alimentazione, favorisce l’aumento delle difese immunitarie, riducendo il rischio di moltissime patologie. Il digiuno, nella società moderna, è sinonimo di malattia, mentale e fisica, sinonimo di magrezza estrema, di anoressia, di morte. La salute, viene da quello che mangiamo e dallo specifico quantitativo, dallo stile di vita, dallo sport che pratichiamo, dall’equilibrio mentale.

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