Diete e malattie

Prima di analizzare la correlazione tra diete e malattie, è opportuno chiarire il reale significato del termine "dieta", dato che spesso intorno a questa parola aleggiano molti pregiudizi. Infatti, parlando di dieta non ci si riferisce necessariamente ad un regime ipocalorico teso ad ottenere un effetto dimagrante, ma piuttosto ad un generico tipo di alimentazione e dunque ad uno "stile di vita". Insomma, tutti noi, volenti o nolenti, seguiamo una dieta, semplicemente perché siamo abituati a mangiare in un dato modo.

Sgombrato il campo da false credenze, possiamo ora dedicarci ad esaminare un problema molto dibattuto a livello scientifico, ossia il rapporto tra diete e malattie.

Innanzitutto, partiamo da un dato di fatto. Nonostante gli studi e la letteratura che scandagliano la questione abbondino, su numerosi quesiti non si è ancora arrivati a conclusioni unanimi. Spesso, ... continua


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      prosegui ... , infatti, i risultati dei ricercatori divergono, portando a conclusioni controverse e rendendo impossibile dare una risposta certa a molte domande (si pensi, ad esempio, alle opinioni contrastanti sul ruolo della fibra alimentare come meccanismo difensivo rispetto alle neoplasie del colonretto).

      Comunque sia, come provato dalle continue raccomandazioni dei media, è ormai assodato non solo che il tipo di alimentazione esplica un ruolo determinante sull'insorgenza di determinate malattie, ma anche che esistono particolari nutrienti capaci di contrastarle e persino di prevenirle.

      Consideriamo ad esempio i cosiddetti antiossidanti, contenuti in particolar modo nella frutta e nella verdura, la cui azione, come suggerito dal nome stesso, è quella di combattere lo stress ossidativo che porta a degenerazioni del DNA e dei tessuti e dunque all'invecchiamento.

      Quante volte ne abbiamo sentito parlare? Quante trasmissioni televisive non fanno che promuovere l'adeguato apporto di selenio, oltre che di vitamine C, A ed E ossia di acido ascorbico, di retinoidi e carotenoidi e di tocoferolo? E probabilmente l'insistenza non sarà mai sufficiente, se è vero che da più parti viene ipotizzato che un giusto apporto di tali sostanze sarebbe in grado di ridurre del 20-30% il rischio di cancro!

      Tra i cibi che al contrario metterebbero a rischio la nostra salute, un posto primario è certamente da attribuire ai grassi animali. In realtà, però, anche qui si assiste al diffondersi di pregiudizi, che in taluni casi conducono alla condanna senza appello dei lipidi. Risultando infatti complicato distinguere tra grassi buoni e cattivi, si finisce per demonizzarli tutti e limitare in maniera eccessiva il loro consumo. Questi atteggiamenti, che sfociano in inopportune diete alipidiche, sono influenzati sia dai risultati di ricerche ormai smentite (ricerche che affermavano un rapporto causale tra carni di maiale e malattie epatiche), che dall'ormai universalmente riconosciuta correlazione tra obesità da una parte e neoplasie e aterosclerosi dall'altra.

      D'altra parte, se sarebbe meglio discriminare tra i tipi di grassi invece che eliminarli tout court dalle nostre tavole, è pur vero che la sovralimentazione resta assolutamente da evitare, essendo uno dei fattori maggiormente rilevanti per la connessione tra diete e malattie. Infatti, l'eccesso alimentare ed in particolare il consumo esagerato di glucidi semplici e di grassi animali è uno dei motivi che spiegano l'insorgenza delle malattie cardiovascolari, insieme al consumo smodato di sale. Non solo, ma l’obesità, dopo il tabacco, pare essere la più importante causa nota di cancro.

      Sarà forse per tutte queste ragioni che assistiamo sempre più spesso ad elogi dell'antica dieta mediterranea, ossia di uno stile di alimentazione parco e moderato, basato essenzialmente sul consumo di ortaggi, carboidrati complessi e grassi buoni come l'olio extra vergine di oliva?

      Certo, se pensiamo al tipo di alimentazione mediterranea odierna, forse stenteremo a riconoscere questi fondamenti salutistici. Non a caso, è stato osservando l'alimentazione dei nostri nonni che gli scienziati sono arrivati a correlare diete e malattie. All'epoca si mangiavano infatti quantità esigue di carne e si abbondava con la fibra e gli antiossidanti di ortaggi e legumi. Inoltre, ci si muoveva di più ed i terreni, poveri di fertilizzanti, restituivano frutti biologici ed un'acqua ancora libera dai nitrati.

      Certo, indietro non si torna, ma le evidenze sulla relazione tra diete e malattie ci possono insegnare molto, così come molto hanno da insegnarci i nostri nonni!