parto indolore

Parto indolore

Il parto è uno dei momenti più importanti nella vita di una donna, poiché rappresenta il passaggio, il cambiamento, la svolta. Le sensazioni che accompagnano questa delicatissima fase della vita di una donna, interessano sia il piano fisico che quello emotivo, da qui, la radicale trasformazione, che interessa il corpo, la pancia, il peso, la sensazione del movimento, il sentire nel proprio corpo una vita, un cuore che batte. Durante il periodo della gravidanza, la gestante avverte uno stato si trasformazione corporea, ma anche mentale, psichica, che si realizza nel diventare responsabile di un’altra vita, a cui si è indissolubilmente legati, con cui si sviluppa un reale senso di appartenenza, di amore, assoluto, totalizzante. Queste sensazioni positive, sono però accompagnate dal pensiero del dolore indotto dal parto. E’ il momento maggiormente temuto dalla gestante, sin dall’antichità. Il livello di sopportazione, tende a variare da soggetto a soggetto, ma resta comunque presente, al di là della percentuale di tollerabilità. Anticamente, per alleviare i dolori del parto e per tutelare la vita della partoriente stessa, i medici, erano soliti somministrare delle iniezioni di cloroformio: il medicinale comportava la perdita dei sensi e di coscienza. Lo stato catartico che veniva indotto dalla somministrazione del medicinale, comportava la scomparsa del dolore, ma allo stesso tempo la perdita di contatto con la realtà. Le gestanti, venivano private del primo contatto con il neonato, e di conseguenza di tutta la cornice emotiva che si creava intorno all’evento del parto. Sul piano psicologico, il dolore era considerato necessario, perché favoriva il principale sforzo mediante il quale si istaurava il primo contatto tra madre e figlio. Il dolore del parto, anche se fisiologico, rappresenta un problema reale, che per molte crea intralcio con la fluidità del parto stesso, determinando problematiche notevoli sia alla gestante che al nascituro. La soluzione è quella di controllare la componente algida, cercando però di tenere vivo il contatto della madre con il proprio bambino: durante il travaglio, viene praticata l’analgesia spinale, apostrofata come peridurale o epidurale. Questa iniezione, viene effettuata inserendo l’ago nella colonna vertebrale: il dolore viene bloccato, mentre di contro aumenta e migliora la ventilazione della gestante, con conseguente miglioramento dell’ossigenazione del feto.
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parto indolore: Epidurale

senza dolore Affinchè venga somministrata l’epidurale, è necessario che la gestante si sottoponga alla visita di un anestesista, effettuando circa un mese prima del parto una serie di controlli specifici, come l’elettrocardiogramma, l’emocromo e le analisi del sangue. Se attraverso le analisi, non vengono riscontrate problematiche di alcun tipo, la gestante dovrà firmare un modulo, il cosiddetto consenso informativo, con il quale acconsente di sottoporsi ad un’anestesia locale. Quando inizia il travaglio, la gestante, viene sdraiata su un fianco, e viene disinfettata la zona in cui verrà effettuata l’iniezione. Quando viene introdotto l’ago all’interno dei tessuti, è possibile che la paziente avverta una pressione leggera; questa pressione, viene avvertita a causa delle dimensioni dell’ago stesso e della profondità di penetrazione nell’epidermide. Prima di rimuovere l’ago, viene inserito un tubicino che dovrà rimanere fisso fino a quando sarà ultimato il parto, per cui verrà medicato con una benda sterile, che servirà a tenerlo fermo. Il tubicino, ha la funzione di permettere l’iniezione di altri farmaci durante la fase di travaglio, senza provocare problematiche alla gestante. Durante il parto, l’anestesista, resta comunque presente per monitorare la pressione arteriosa e l’ossigenazione del sangue, mentre l’ostetrica si occuperà del monitoraggio del cuore. La paziente non avverte alcun dolore, ma resta comunque vigile e può quindi collaborare al parto, effettuando le classiche spinte, senza però avvertire alcun dolore. Questa metodologia viene preferita sia per il parto naturale, perché elimina la problematica delle contrazioni, sia per il cesareo, che favorisce l’iniezione dell’anestesia mediante il tubicino impiantato precedentemente. Questo metodo indolore, può in alcuni casi comportare delle complicazioni, anche se minime, come la cefalea, ematomi, necessità di somministrare farmaci per stimolare le contrazioni che non possono più essere controllate dalla paziente. L’anestesia, al giorno d’oggi, non viene considerata pericolosa per la madre e per il nascituro, e va scelta in piena autonomia dalla gestante stessa. Accade che durante il travaglio, la gestante potrebbe non desiderare più di essere anestetizzata, ma in questo caso, il tubicino, non viene rimosso perché è possibile che se il parto è naturale, la paziente possa comunque chiedere durante il travaglio, la somministrazione di ulteriori farmaci. Oggi questo tipo di iniezione comporta un successo al novanta per cento, per cui, le gestanti, concordano prima con l’anestesista la visita di controllo. Il parto è un momento dolorosissimo, che oggi viene vissuto con estrema tranquillità.

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