Amniocentesi

Cos'è e perchè sottoporsi all'amniocentesi

L'amniocentesi è un esame invasivo che si basa sul prelievo del liquido amniotico presente nell'utero. Questo consente di effettuare un'indagine prenatale per la ricerca di malattie genetiche e difetti cromosomici a carico del feto. Il prelievo si effettua in regime ambulatoriale e senza anestesia, e consiste nell'introduzione di un ago attraverso la parete addominale fino all'utero, dal quale viene prelevato un campione biologico di liquido amniotico. La procedura è costantemente monitorata attraverso l'utilizzo di un ecografo, in grado di controllare la posizione del feto e quindi di minimizzare i rischi. L'esame non è obbligatorio, ma è consigliato alle donne sopra i 35 anni, soprattutto in caso di patologie cromosomiche ereditarie. Generalmente vi si ricorre in caso di risultati positivi ottenuti nel Test combinato o duo test.
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Quando si effettua l'amniocentesi

La procedura di amniocentesi Trattandosi di un esame di diagnostica prenatale in grado di portare all'aborto volontario, l'amniocentesi deve essere effettuata entro un certo periodo di gestazione, limite previsto dalla legge per l'interruzione di gravidanza. Il prelievo può essere effettuato dalla 16° alla 20° settimana, ma se necessario anche prima o dopo questo termine. L'amniocentesi precoce può, infatti, essere effettuata tra la 10° e la 12° settimana, anche se in questo periodo è maggiormente consigliata la villocentesi (procedura simile, che prevede il prelievo dei villi coriali). Nel caso di gravidanze a rischio con possibili gravi malformazioni del feto la legge consente di ricorrere all'amniocentesi tardiva, effettuabile anche oltre la 20° settimana. In ogni caso, il consulto con il ginecologo è fondamentale per decidere quando procedere.

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Rischi e complicazioni post amniocentesi

L'amniocentesi ha un rischio di aborto spontaneo dell'1% Effettuare l'amniocentesi può comportare rischi e conseguenze sia per il feto che per la madre. E' fondamentale, dunque, confrontarsi con il ginecologo per chiarire i possibili dubbi sulla procedura e sulle complicazioni che ne possono scaturire. La gestante dovrà firmare un consenso informativo prima dell'esecuzione dell'esame, nel quale certifica di esser stata messa a conoscenza dei rischi. La pratica di amniocentesi comporta, infatti, un rischio di aborto che oscilla tra 0,5/1 per cento (percentuale raddoppiata nelle gravidanze gemellari). Nell'introdurre l'ago nell'utero il sacco amniotico può rompersi, portando alla spaccatura della membrana con conseguente aborto. In casi più rari si può addirittura verificare un'infezione del sacco vitellino. I rischi si presentano entro 2/3 giorni dall'esame, per questo è consigliato il riposo assoluto.


Amniocentesi: Costi e tempi di diagnostica

Analisi laboratorio Come già detto, l'amniocentesi non è un esame obbligatorio, ma è consigliato alle donne con più di 35 anni in cui il rischio di sindromi cromosomiche è più elevato. Per tutte le gestanti con età superiore a 35 anni l'esame è gratuito ed è effettuato presso strutture ospedaliere accreditate. È gratuita anche nei casi di seri rischi di malformazioni, ereditarietà e presenza di altri figli con difetti cromosomici. Essendo un esame facoltativo, può essere effettuato da tutte le donne in gravidanza ma ha un costo. Questo oscilla tra i 500€ (se effettuato presso strutture pubbliche) ed i 1.000€ (se svolto presso istituti privati). Il costo varia inoltre dall'approfondimento dell'analisi, più si ricercano malattie rare maggiore è il costo. I risultati si ottengono entro 3 giorni dal prelievo.



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