Dieta italiana

A noi italiani piace mangiare bene, e non è una novità. Infatti la cucina italiana è conosciuta in tutto il mondo per le sue prelibatezze e piatti tipici delle varie regioni, tant'è vero che un pò tutti cercano di imitarla, ma con scarsi risultati. Le caratteristiche principali della cucina Italiana sono la sua estrema semplicità e l'arte di saper creare piatti gustosissimi con pochi ingredienti. Alimenti tipici della cucina italiana sono il formaggio e il vino; più sono stagionati, più sono graditi. Le ricette, le tecniche culinarie, ed i piccoli segreti dei nostri piatti, vengono tramandati da generazione a generazione, rendendo la cucina italiana molto variegata. Infatti, il numero delle ricette italiane si può definire quasi illimitato grazie anche all'influsso di numero popolazioni che hanno colonizzato il nostro paese e alle differenze climatiche che si riscontrano tra il nord e il su dell'Italia. La cucina italiana rappresenta la commistione di più cucine regionali, che ne suo insieme, la rendono unica e imitabile. Nel corso dell'anno 2011, sono stati assegnati numerosissimi Oscar a coloro che hanno meglio rappresentato la cucina italiana all'estero. I premi sono assegnati ogni anno a chef, scrittori, giornalisti ed uomini d’affari che contribuiscono alla diffusione e alla salvaguardia dei prodotti tipici italiani al di fuori del Paese stesso. In poche parole, la cucina italiana è sempre più apprezzata all’estero e coinvolge sempre più stranieri, non soltanto quelli che hanno l’occasione di venire, da turisti o per affari, nel nostro Paese. Questo è da considerarsi come un vero e proprio stratagemma per lanciare dai nostri confini un'immagine positiva del nostro Paese.
cucina italiana

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La dieta italiana e la coscienza alimentare.

coscienza alimentare Partendo dal presupposto che la dieta mediterranea è caratterizzata da alimenti che derivano esclusivamente dalle terre italiane, la dieta italiana è la versione "scientifica" della dieta mediterranea. Dall'attenta osservazione dei due modelli alimenti più conosciuti del momento (dieta mediterranea e dieta a zona), nasce la dieta italiana, un modello che può essere seguito e da ottimi risultati. Questo modello alimentare non prevede le limitazioni e i vincoli tipici della dieta a zona, per cui è molto facile da seguire. Il Dottor Roberto Albanesi, ideatore della dieta italiana, spiega che si può mangiare di tutto. Il regime alimentare in questione prevede una ripartizione giornaliera dei macronutrienti; in particolare è consentita l'assunzione del 45% minimo di carboidrati, del 15% minimo di proteine e del 25% minimo di grassi, più un altro 15% da distribuire tra i tre gruppi in modo variabile a seconda delle caratteristiche individuali, come sesso, età e stile di vita. Gli alimenti che vanno evitati, ma che comunque possono essere assunti con moderazione sono i grassi saturi, gli zuccheri aggiunti e le bevande alcoliche. Infatti, questo tipo di dieta è improntata sulla psicologia alimentare, la coscienza. Per coscienza alimentare s'intende essere consapevoli e responsabili di quanto e cosa si mangia. Se si è coscienti quando si mangia, è possibile curare il sovrappeso, mentre si fa ricorso alla figura professionale del dietologo nel momento in cui si è obesi, in quanto l'obesità rappresenta una vera e propria patologia. Senza una coscienza alimentare ogni dieta è destinata al fallimento. A questo punto, la prima cosa da fare è instaurare un "buon" rapporto con cibo, senza che esso diventi un motivo di ossessione e di sconforto. Non bisogna vedere nessun cibo come un nemico della nostra salute, ma l'importante è stabilire la giusta quantità. Infatti la privazione permanente di un determinato cibo genera nuovi problemi, che si aggiungono a quelli iniziali di sovrappeso o dell'obesità. Quindi, la particolarità della dieta italiana è quella di non demonizzare nessun cibo purché non sia provata scientificamente la sua nocività, come nel caso dei cibi contenenti grassi trans, in particolare grassi/oli vegetali idrogenati (margarina compresa) e conservanti nocivi (come i nitrati e i nitriti dei salumi e della carne in scatola). Inoltre, la dieta italiana considera nocivi anche tutti quegli alimenti che presentano etichette poco dettagliate. Siccome questo regime alimentare è molto severo dal punto di vista degli ingredienti, l'ideatore ha creato una carta degli additivi e si considerano innocui tutti quegli additivi che sono legalizzati nella maggior parte dei paesi e quindi provati su milioni di persone; si considerano nocivi tutti quegli additivi che sono potenzialmente pericolosi. In ogni caso, non è possibile definire un additivo nocivo solo perchè ci si basa su ricerche sporadiche; in particolare non è possibile demonizzare un additivo perché provoca reazioni allergiche in piccola percentuale rispetto alla popolazione, che magari si scopre essere predisposta. La pericolosità di un determinato additivo deve essere scientificamente provata mediante dati di fatto che non si basano solamente su casi sporadici; è logico che se un additivo è assunto in dosi sproporzionate, la sua tossicità non dipenderà più da un punto di vista qualitativo ma quantitativo. Qualsiasi sostanza se assunta in magadose diviene nociva; basta considerare i carboidrati, necessari per il nostro benessere, ma in dose eccessive provocano sovrappeso, obesità e diabete. Tra i coloranti da evitare rientrano la E102 Tatrazina, E123 Color amaranto, E127 Eritrosina, E104 Colore giallo, E128 Rosso 2G, E131 Blu patentato V; i conservanti da evitare sono E210 Acido benzoico, E211 Benzoato di sodio, E212 Benzoato di potassio, E213 Benzoato di calcio, E214 p-idrossibenzuato d'etile, E215 Etil-p-idrossibenzoato di sodio, E216 p-idrossibenzoato di propile, E217 Propil-p-idrossibenzoato di sodio, E218 p-idrossibenzoato di metile, E219 Metil-p-idrossibenzoato di sodio, E220 Anidride solforosa, E221 Solfito di sodio, E222 Sodio bisolfito, E223 Metabisolfito di sodio, E224 Metabisolfito di potassio, E225 Metabisolfito di calcio, E226 Solfito di calcio, E227 Calcio bisolfito, E228 Potassio solfito acido, E230 Bifenile, difenile, E231 Ortofenilfenolo, E232 Ortofenilfenolo sodico, E233 Tiabendazolo, E235 Natamicina, E239 Esametilentetramina, E242 Dimetildicarbonato, E249 Nitrito di potassio, E250 Nitrito di sodio, E251 Nitrato di sodio, E252 Nitrato di potassio.


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    Il metodo Albanesi.

    correre La dieta italiana si basa sul metodo Albanesi, il quale consente di ottenere un corpo magro con semplici mosse. Questo metodo insegna come controllare la fame applicando la coscienza alimentare precedentemente analizzata. La dieta italiana, per essere efficace, deve essere affiancata dallo sport; per dimagrire occorre scegliere la velocità che consenta di effettuare il maggior numero di chilometri. A tal proposito, abbigliamento deve essere il più leggero possibile perchè coprirsi troppo è un errore imperdonabile. L'eccessivo sudore perso si recupera bevendo, altrimenti si va incontro a disidratazione. La spiacevole sensazione di caldo che si manifesta durante la corsa ci fa fermare prima e ci fa fare meno chilometri; il risultato sarà quindi pressocchè scadente. Volendo fare un'esempio, il principiante che non ha ancora acquisito la forza per correre, con la stessa velocità, un'ora intera, ma ha comunque a disposizione un'ora, alternerà corsa e cammino per correre quanti più km possibili. L'uomo non è come un'auto che più va forte, più i consumi aumentano: l'uomo spende per fare un km sempre la stessa energia, a prescindere dalla velocità.

    Il binomio perfetto è dunque, alimentazione e sport; non si può dimagrire se si fa erroneamente una delle due cose. Albanesi dice che "Per avere un corpo magro e forte lo sport è fondamentale, e per mantenere per tutta la vita una forma fisica invidiabile non bisognerebbe mai scendere sotto la soglia di efficienza fisica che permette di percorrere 10 km in un’ora correndo o camminando." Chi non lo supera dovrebbe darsi da fare perchè significa che la sua efficienza fisica è molto scarsa e a lungo andare potrebbe andare incontro a sovrappeso. In conclusione, questa dieta non è adatta per le persone pigre, poiché è necessaria molta volontà e impegno per raggiungere un pieno benessere e migliorare la qualità della propria vita. Lo sport giova non sono fisicamente, ma anche mentalmente. Chi fa sport è in genere una persona più attiva, dinamica e ha una visione più positiva della vita.

    Per quanto riguarda l'alimentazione, il metodo Albanesi propone la cucina ASI,(acronimo che sta per appetibile, saziante, ipocalorica), cioè cerca il giusto compromesso tra questi tre elementi. La cucina ASI, non è affatto restrittiva, anzi cerca di trovare il giusto punto di equilibrio fra alimentazione salutista e buona cucina; olio, zucchero e burro devono essere impiegati nella quantità minima tale da soddisfare la preparazione di piatti ASI. Inoltre, la dieta in questione assicura il corretto apporto di minerali e non ha senso assumere integratori minerali se non in presenza di carenza accertata.


    Dieta italiana: I requisiti della dieta italiana.

    uomini e donne Il metodo Albanesi ha proposto delle nuove tabelle di magrezza che si rifanno a quelle sancite dall'OMS, che prende in considerazione anche le distinzione tra i due sessi (struttura corporea diversa, la diversa percentuale di grasso, il diverso quadro ormonale). La tabella di magrezza, calcolando l'indice di massa corporea della donna e dell'uomo, permette di stabilire la condizione nella quale si ritrova l'individuo (sottopeso, normale, sovrappeso, sovrappeso grave e obesità). Occorre precisare che l'indice di massa corporea non è un valido indicatore di peso forma, in quanto non ci permette di stabilire il reale stato di salute del soggetto; è invece l'indicazione della sua massa grassa. La dieta italiana ha fissato che la condizione di normalità nei riguardi del sovrappeso è per gli uomini un IMC non superiore a 22 oppure massa grassa non superiore al 12%; per le donne un IMC non superiore a 20 oppure massa grassa non superiore al 20%. A tal motivo, ognuno dovrebbe pesarsi periodicamente per controllare che il proprio peso sia corretto.



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