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Il dolore dello strabismo rotuleo è inizialmente non troppo intenso ma tende a peggiorare con il passar del tempo. È sovente percepito come una stretta o un bruciore attorno alla rotula, a volte insieme a rumori simili ad un crepitio o uno schiocco simile a quello delle dita della mano. È possibile anche che si verifichino dei cedimenti del ginocchio che, in certi casi, sono interpretati come distorsioni del legamento collaterale mediale. In questi casi il blocco limita la fisiologica flessione della gamba. Il dolore può comunque arrivare ad essere piuttosto intenso ed interferire negativamente con le normali attività di ogni giorno. La sintomatologia dolorosa peggiora dopo un allenamento per le gambe di qualunque tipo, compreso il running, la bici o la camminata. La serietà della patologia si misura in gradi, secondo il disallineamento tra rotula e troclea femorale.
Il 1° grado è l'iperpressione interna della rotula. Il 2° è la sublussazione. Il 3° grado è la lussazione ricorrente e il 4° la lussazione cronica. La fisiologica meccanica dell'arto inferiore può essere fortemente alterata anche da pochi millimetri di disallineamento della rotula. L'antifisiologico funzionamento dell'articolazione porta prima o poi ad un'artrosi. Il rischio è tanto maggiore quanto più grave è l'anomalia. La diagnosi dello strabismo rotuleo è sostanzialmente clinica. La diagnosi differenziale è eseguita per escludere lesioni meniscali. La radiografia consente di confermare la diagnosi e controllare il livello di gravità. Oltre alle posizioni standard, il ginocchio viene sottoposto a raggi X con posizioni assiali con la gamba piegata, a 30° e 60°. Nei casi più gravi, circa il 30% del totale, è necessario l'intervento chirurgico e vengono effettuati altri esami come la TAC e la teleradiografia in carico.
Spesso lo strabismo rotuleo beneficia dei trattamenti di riabilitazione, potenziando il muscolo vasto mediale e allungando il vasto laterale. Per gli atleti è consigliabile l'applicazione di una ginocchiera stabilizzatrice. Se la fisioterapia non dà risultati e la patologia predispone all'artrosi precoce, si rivela necessaria l'operazione chirurgica, eseguita in anestesia locale e in artroscopia. Quest'ultima ha lo scopo di correggere le cause del disallineamento. Quindi, ad esempio, per il ginocchio valgo il chirurgo effettuerà un'osteotomia mentre per la displasia del quadricipite occorrerà una plastica. Se l'artrosi si è già verificata può essere applicata una protesi al ginocchio. La terapia con i farmaci antinfiammatori e antidolorifici non è risolutiva e si utilizza solo nelle fasi acute quando il dolore è più intenso, come dopo un lungo sforzo del ginocchio.
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