Flussimetria

Cos'è la flussimetria e quali sono i suoi scopi

La flussimetria è una procedura diagnostica utile a controllare lo stato di salute del feto. Questa tecnica ecografica si basa sul fenomeno fisico chiamato "effetto Doppler", secondo il quale il suono indirizzato verso un corpo che si muove sarà diverso una volta rimbalzato. Questa metodica valuta il flusso sanguigno della donna gravida o del bambino. Analizzando le variazioni di frequenza si può calcolare la velocità del sangue e avere informazioni sul grado di ossigenazione del feto. Un'anomalia del flusso nell'utero rilevata con la flussimetria è in relazione con un rischio elevato per la donna di essere colpita da gestosi, nel terzo mese di gravidanza, e ritardo di sviluppo del feto. Le due patologie hanno in comune lo stato di insufficienza della placenta. L'esame consente di chiarire condizioni dubbie e trovare la causa dei problemi.
Flussimetria del dotto venoso

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L'esame clinico della flussimetria delle arterie materne

Flussimetria della vena cava inferiore La flussimetria non è un esame di routine e viene eseguita solo in caso di ritardo della crescita del bambino o sospetto che possa avere successivamente dei problemi di sviluppo. L'esame prevede due indagini: una riguarda le arterie uterine della madre e l'altra l'arteria ombelicale e cerebrale media del feto. La valutazione materna si effettua tra la diciassettesima e la ventitreesima settimana di gestazione. L'esame si esegue attraverso una sonda addominale e a vescica vuota. La tecnica non dà fastidi, dura 5-15 minuti e serve a rivelare le gravidanze a rischio di preeclampsia (gestosi) con ipertensione arteriosa e proteinuria, ritardo di sviluppo endo-uterino e sofferenza del feto. Questa tecnica diagnostica si consiglia alle donne primipare, con rischio di pressione alta e diabete, per prevedere come si evolverà la gravidanza.

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L'esame diagnostico della flussimetria fetale

Flussimetria della vena ombelicale La flussimetria del feto è effettuata tra la trentaduesima settimana fino all'ultima. La durata è maggiore di quella materna ed è di circa 15-30 minuti. L'esame consente di controllare le condizioni dei vasi sanguigni del bambino, gli indici di resistenza e pulsatilità. Si ottengono così informazioni sull'elasticità dell'arteria ombelicale e delle arterie fetali aorta, carotide e cerebrale media. L'esame fornisce inoltre dati sulle velocità del sangue nel cuore fetale e la pressione del dotto venoso, della vena cava e di quella ombelicale. Questa tecnica è utile per scoprire precocemente un'ipossia fetale cronica e impedirne le conseguenze. L'esame può essere ripetuto varie volte se il medico lo ritiene necessario, in quanto rappresenta l'indicatore principale per valutare direttamente in che condizioni si trova il bambino nel corso della gravidanza.


Flussimetria: Esami clinici del profilo biofisico fetale

Flussimetria dell'arteria mesenterica superiore Il profilo biofisico fetale (PBF) si divide in tre esami: la biometria fetale (auxologia), la flussimetria fetale e la cardiotocografia. La biometria è utile per controllare la crescita del bambino che viene misurato in varie parti, soprattutto quelle più indicative del grado di crescita in relazione al periodo di gravidanza. La durata dell'esame clinico varia da un minimo di 15 minuti fino a un massimo di 30 minuti. Si effettua con l'aiuto di una sonda addominale e la donna deve essere a vescica vuota. Gli scopi della cardiotocografia sono due: studiare le pulsazioni cardiache del bambino per controllarne la salute e valutare la presenza o assenza e la frequenza delle contrazioni dell'utero. La durata è di 20-90 minuti. Il profilo biofisico di solito è effettuato dopo la trentaquattresima settimana di gestazione ed è raro che il medico la richieda prima.



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