Il rumore intrinseco dell'orecchio, chiamato acufene, può non essere sempre costante e uguale ma cambiare intensità e addirittura anche natura. Solitamente, la maggior parte delle persone che lamenta questo problema, riferisce un suono per lo più continuo e stabile, leggero e sibilante, ma raramente può anche diventare un suono ad intermittenza. Purtroppo, la conseguenza più immediata della comparsa degli acufeni è l'intolleranza verso il suono continuo, che spesso comporta l'instaurarsi di un quadro psicologico instabile e nervoso. Molto dipende in ogni caso dalla personalità dell'individuo e dalla sua capacità di ignorare il sibilo dell'acufene, abituandosi. Abbastanza frequentemente l'acufene si associa ad una riduzione dell'udito, anche come conseguenza dell'interferenza sonora dei fischi uditi internamente rispetto ai rumori ambientali reali.
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Poiché non esiste una terapia vera e propria per eliminare il problema degli acufeni, il primo approccio rappresenta sempre la ricerca della causa scatenante il ronzio continuo. Se si riesce ad individuare il motivo per cui il paziente percepisce un rumore costante all'interno dell'orecchio, la terapia mira a risolvere e trattare il disturbo di base; in conseguenza della sua risoluzione, infatti, anche l'acufene scompare. Se dalle indagini e dagli esami diagnostici la causa principale degli acufeni non riesce ad essere decifrata, l'unico modo per dare sollievo al paziente è quello di coprire il sibilo. Per queste finalità vengono solitamente usati mezzi comuni, come la radio, la televisione, le cuffie e i registratori, ma alcuni ricorrono al rumore bianco, ovvero un suono che riesce a riprodurre tutte le frequenze.
In alcuni casi, l'accettazione del suono costantemente presente nelle orecchie diventa motivo di inquietudine, nervosismo e depressione. Soprattutto le persone poco tolleranti, pazienti o con problemi di esaurimento nervoso già esistente, mostrano grandi difficoltà nell'accettare gli acufeni, per questo possono essere necessarie delle terapie psicologiche che aiutino a controllare gli accessi nervosi e le crisi isteriche. Il fine della terapia psicologica mira innanzitutto a far accettare al paziente la presenza dell'acufene, rendendolo una parte di se stesso; secondariamente, ad imparare ad ignorarlo, ponendo l'attenzione su altri stimoli positivi. Contemporaneamente il terapeuta crea un percorso psicologico di rasserenamento verso gli eventi della vita, soprattutto se il soggetto mostra particolare predisposizione alle reazioni nervose.
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