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La sindrome di Meniere si caratterizza per diversi sintomi che possono risultare estremamente disagevoli per chi ne viene colpito. Il sintomo principale è un improvviso attacco di vertigini che può essere così intenso da far cadere a terra il paziente. Ciò è provocato dal fatto che l'organo colpito è preposto al controllo dell'equilibrio: di conseguenza si ha una perdita di questa capacità anche molto forte. Di solito sono presenti anche nausea, vomito, nistagmo (si tratta di movimenti oculari a scosse). Inoltre in entrambi oppure nell'unico orecchio colpito si verificano attacchi di sordità, acufeni e una sensazione di pressione o dolore. Gli attacchi, che hanno una frequenza molto variabile, possono durare da alcuni minuti a parecchie ore. Tra un attacco e l'altro la sordità e gli acufeni tendono comunque a persistere.
La diagnosi nel caso della malattia di Meniere viene effettuata nella maggior parte delle situazioni sulla base dei risultati dell’audiometria, di una prova calorica e di altri esami specifici che possono riguardare sia l'orecchio in particolare che l'intero organismo. Durante un attacco il malato dovrebbe riposare a letto per evitare che la perdita del senso dell'equilibrio possa avere conseguenze rilevanti provocando cadute anche pericolose. Per alleviare la nausea e gli acufeni vengono prescritti antiemetici, ad esempio il dimenidrato e la ciclizina. La diagnosi tempestiva della sindrome di Meniere è fondamentale perchè l'udito tende progressivamente a deteriorarsi e quindi prima si interviene e minori sono le conseguenze permanenti. In genere, quando la sordità diventa totale, gli altri sintomi della malattia scompaiono.
La terapia più comune per la sindrome di Meniere prevede di ridurre la pressione del fluido all'interno del labirinto interno. Si possono usare gli antistaminici, i diuretici e gli steroidi per intervenire in maniera non invasiva. Per risolvere le vertigini si effettuano infiltrazioni di gentamicina (un antibiotico) nell'orecchio medio: il nervo vestibolare diventa meno sensibile e la pressione diminuisce. Si ha una buona percentuale di guarigione e le infiltrazioni possono essere somministrate in 24 ore e andare da una a dieci. Durante i momenti a rischio di crisi si consiglia una dieta iposodica, povera di potassio e di sale. A volte si deve intervenire in maniera chirurgica con un'operazione della durata media di 3 ore e che prevede di eliminare parte del nervo vestibolare. Si tratta però di una terapia che deve essere valutata con estrema attenzione prima di essere eseguita.
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