Mononucleosi globuli bianchi

Mononucleosi globuli bianchi, qual è il legame

Parlando di mononucleosi globuli bianchi, c'è da dire che esiste una relazione più che diretta ed è un rapporto ormai certificato dalla scienza medica ufficiale. Quando il livello dei leucociti è molto basso rispetto ai valori normali, sicuramente nel nostro organismo è in atto un processo infiammatorio. In qualche caso l'infezione può essere la mononucleosi, una malattia virale estremamente contagiosa che si manifesta proprio attraverso un consistente abbassamento dei globuli bianchi. Dunque, monitorare i livelli di globuli bianchi può essere considerato una terapia preventiva contro la mononucleosi. La patologia dura tra le 5 e le 6 settimane e comporta febbre, dolori, inappetenza, cefalea persistente, con possibili e frequenti tonsilliti. Colpisce soprattutto gli adolescenti ed è chiamata anche malattia del bacio perché si trasmette per via virale, soprattutto attraverso lo scambio di saliva. È molto diffusa anche tra i bambini per la loro attitudine a portare alla bocca giocattoli o oggetti.
La mononucleosi è la malattia del bacio

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Mononucleosi globuli bianchi, quali sono i valori normali

I globuli bianchi sono i leucociti Dell'argomento mononucleosi globuli bianchi abbiamo già detto che c'è una relazione diretta tra l'infezione e i leucociti: i livelli di leucociti che differiscono dal normale sono un campanello d'allarme da non sottovalutare. Per scoprire se avete contratto il virus della mononucleosi basta eseguire le analisi del sangue, chiedendo al vostro medico di valutare il quadro dell'emocromo e la formula. I valori considerati normali dei leucociti oscillano tra i 4mila e i 10mila in un millilitro cubo di sangue, con una fascia di tolleranza particolare per anziani e bambini. Al di sotto della soglia minima dei 4mila globuli bianchi o al di sopra di quella massima dei 10mila, vi suggeriamo di contattare il vostro medico e approfondire le indagini per capire se avete la mononucleosi o qualche altra malattia virale infettiva. Normalmente, i soggetti affetti da mononucleosi presentano la cosiddetta leucocitosi, un aumento vertiginoso dei valori di globuli bianchi che possono arrivare fino ai 20mila in un millilitro cubo di sangue.

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Mononucleosi e globuli bianchi, quali test fare

Il test rapido della mononucleosi Sul fronte mononucleosi globuli bianchi c'è da sapere che non sempre l'analisi dei leucociti è sufficiente per diagnosticare una mononucleosi. Spesso è necessario associare altri test per ottenere la certezza che si è affetto da questa infezione virale. Il primo sistema è il test di Paul-Bunnell che consente di ricercare, nel siero del sangue, gli anticorpi specifici della mononucleosi: la presenza di questi anticorpi eterofili equivale, nel 90% dei casi, ad aver contratto l'infezione. C'è poi il test rapido monotest che, però, ha un margine di errore molto alto con il 25% di falsi negativi e il 10% di falsi negativi. Questa analisi, che si presenta nelle forme di uno stick monouso sul quale inserire un campione di saliva, è veloce ma poco affidabile. Infine per i bambini sotto i 14 anni e i neonati è indispensabile un'altra indagine, la ricerca nel dna virale della presenza di linfocibi B: nel caso di contrazione della mononucleosi, i livelli di bilirubina e fosfatasi alcalina risultano alterati mentre le transaminasi superano la soglia dei 20.


Cure e rimedi

Contattate medico L'ultimo capitolo dell'argomento mononucleosi globuli bianchi è dedicato alla cura. La mononucleosi comporta un'alterazione significativa dei valori dei globuli bianchi, la comparsa di febbre, dolori, tonsillite, vomito, diarrea e malessere diffuso. Una volta ottenuta una diagnosi, la cura è uguale in tutti gli episodi ed è molto semplice: gli antibiotici vanno somministrati soltanto nei casi in cui l'infezione virale è accompagnata da infiammazione delle tonsille o della faringe. Normalmente la terapia farmacologica prevede l'assunzione di farmaci fans contro il dolore e la febbre come antipiretici e antidolorifici. Ai farmaci vanno associati totale riposo, abbondante idratazione e dieta molto leggera, preferibilmente in bianco. La malattia ha un decorso massimo di sei settimane nelle quali, tuttavia, può essere trasmessa attraverso la saliva in via diretta o indiretta: fate attenzione, perciò, quando bevete o mangiate. In ogni caso consultate il vostro medico di base prima di assumere farmaci e ripetete le analisi del sangue dopo la guarigione.




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