La mononucleosi si trasmette per via orale attraverso principalmente gli scambi di saliva (non a caso è detta gergalmente Malattia del bacio) ed è causata da un virus i cui bersagli sono i linfociti B del tessuto orofaringeo (cellule mononucleate, da qui il nome). Circa 30-60 giorni dopo il contagio sopraggiungono i primi sintomi (che possono essere anche gli unici soprattutto negli adulti): febbre, astenia, cefalea. A tutto questo si associano faringiti, tonsilliti, disfagia e placche. L'ingrossamento ed il dolore dei linfonodi è sempre presente ma può sopraggiungere a livello cervicale, ascellare e inguinale o solo in alcuni di questi. Il quadro clinico, nel 50% dei casi, è completato da splenomegalia, epatomegalia e ittero. Per evitare complicanze come la rottura della milza è bene evitare per almeno un mese le attività sportive.
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Una cura specifica contro il virus di Epstein-Barr non esiste. L'utilizzo di antibiotici viene prescritto solo nel 20-30% dei casi poiché può avere effetti nocivi come reazioni simil-allergiche. Escludendo i casi di rottura della milza la morte sopraggiunge per gravi e rare complicanze come epatite fulminante o miocardite virale. Nella maggior parte dei casi però la malattia regredisce spontaneamente nel giro di 4-6 settimane. Il virus in realtà però non viene debellato dal nostro organismo e rimane pertanto latente e nascosto. Nel 90% dei pazienti che sono stati infettati è riscontrabile infatti una costante eliminazione del virus attraverso la saliva per circa un anno ma, anche dopo, la si riscontra a intervalli saltuari per tutta la vita come dimostrato dal 20-30% dei prelievi di saliva effettuati.
Se si considera la popolazione adulta circa il 90% delle persone risulta infetto dal virus e ne possiede gli anticorpi. Nei paesi industrializzati i picchi di viremia si riscontrano soprattutto durante l'adolescenza, tra i 15 e i 25 anni; più frequente nei bambini invece è la mononucleosi nei paesi in via di sviluppo. Nel 75% dei casi, tale malattia si manifesta nella sua forma tipica, acuta, mentre nell'età adulta è più frequente la forma lieve, confondibile e spesso quasi asintomatica. Alcune malattie associate spesso alla mononucleosi sono il linfoma di Burkitt, quello di Hodgkin e quello ai linfociti B. Inoltre, è stata dimostrata una forte correlazione tra malattie autoimmuni (come artrite reumatoide, rettocolite ulcerosa, sclerosi multipla) e mononucleosi, la quale concorrerebbe al mantenimento dello stato pro infiammatorio.
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