L'idrocele primario viene trattato estraendo il liquido mediante puntura e iniettando nella cavità una sostanza che ne determina la sclerosi e la chiusura. In alternativa la membrana sierosa viene rimossa chirurgicamente con un intervento piuttosto semplice. Il tipo secondario è trattato in base alla malattia che l'ha provocato, che in alcuni casi può essere una neoplasia. L'intervento di idrocele prevede di aprire lo scroto ed eliminare il liquido all'interno della tunica vaginale e la tunica stessa. La patologia causa un senso di pesantezza, tensione e fastidio, oltre al problema estetico. L'operazione si può effettuare in anestesia locale, spinale o generale, e dura al massimo 20 minuti. È eseguibile in regime di day hospital e i risultati sono quasi sempre ottimali, con minime possibilità di effetti collaterali.
Vidermina sole intima 300 ml Prezzo: in offerta su Amazon a: 7€ |
L'idrocelectomia si può eseguire con approccio scrotale o inguinale. Il primo tipo di intervento è praticabile nei pazienti anziani che hanno superato l'età in cui è più probabile la probabilità di essere affetti da tumori e quando l'ecografia ha evidenziato testicoli normali. L'operazione è indicata anche negli individui giovani nei quali gli esami hanno chiaramente rilevato un semplice idrocele. Un'incisione trasversa nelle pieghe dello scroto e tra i vasi sanguigni o un'incisione sul rafe causano perdite di sangue ridotte e una cicatrice non visibile. Il sacco scrotale è esposto all'esterno e aperto anteriormente in un punto senza vasi, distante da testicolo, epididimo, dotto deferente e funicolo spermatico. Si procede quindi all'eliminazione dell'eccesso di tunica vaginale esterna. L'approccio inguinale è adatto a bambini e a giovani se si sospetta una neoplasia. L'incisione sull'inguine permette di esplorare bene il canale.
Prima dell'intervento di idrocele il paziente è sottoposto a esami preparatori, tricotomia locale e deve stare a digiuno dalla sera precedente. A partire dalla mattina dell'operazione dovrà assumere degli antibiotici ad ampio spettro. Nei bambini le complicanze possibili prevedono: dolore, infezioni, edema e raramente un'eventuale legatura del sacco erniario. Il paziente adulto può accusare ematomi e arrossamento, oltre a un certo dolore. Per ridurre le complicanze si effettua una medicazione compressiva con drenaggio per un giorno. Dopo le dimissioni il paziente dovrà proseguire la terapia antibiotica per 5 giorni, portare un sospensorio e far rimuovere la medicazione dopo circa una settimana. I punti di sutura applicati dal chirurgo non hanno bisogno di essere rimossi perché scompariranno da soli. Per 3-5 giorni il paziente dovrà astenersi da lavori pesanti. Sono inoltre previste visite di controllo dopo 5 e 10 giorni.
COMMENTI SULL' ARTICOLO