Del varicocele 2 grado non si conoscono le cause: allo stato attuale la medicina non ha ancora scoperto da cosa dipenda la patologia e se c'è un'ereditarietà nei casi. I sintomi sono molto vari ma sono tutti localizzati nella regione dei testicoli e dello scroto, per cui sono facili da riconoscere. Alla comparsa della varicosi sono associati forti dolori nel testicolo coinvolto e un senso di pesantezza ai genitali, con fastidi intensi e prurito persistente nella zona dello scroto. Alla vista nei primi giorni non ci sono grosse anomalie ma le vene testicolari appaiono ingrossate. Alla lunga il testicolo risulta più piccolo dell'altro perché colpito da ipotrofia. Le conseguenze del varicocele 2 grado sono un'anomalia nella crescita degli spermatozoi: diminuiscono di numero e dimensione e si abbassa la motilità. C'è anche una sensibile alterazione del liquido seminale che può provocare problemi di fertilità e potenza sessuale fino a condurre alla peggiore delle conseguenze, l'infertilità.
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Per effettuare una diagnosi di varicocele 2 grado è necessario rivolgersi alle cure di uno specialista, in particolare un andrologo che è preparato nella cura degli uomini o a un urologo, pratico di vie urinarie e apparato riproduttivo. L'esame di base consiste in un'ispezione dello scroto e all'altezza dei testicoli: al tatto risulterà la presenza di varicosi di 2 grado. Se l'ispezione non dovesse bastare per attestare la patologia, si può ricorrere a indagini con strumentazioni mediche: la più indicata è l'ecografia testicolare che mette in evidenza il problema, riuscendo anche a definirne il grado, la complessità e le dimensioni. Un altro esame da fare in caso dubbio è l'eco-color-Doppler dei vasi spermatici: consente di capire se lo sperma ha subito alterazioni, se gli spermatozoi sono ridotti di numero o dimensioni e se c'è motilità. In ultima istanza ci si può sottoporre a flussimetria doppler: grazie all'impiego degli ultrasuoni, permette di rilevare noduli ai vasi sanguigni.
Nel caso di varicocele 2 grado l'unico trattamento possibile è la chirurgia o la radiologia: in anestesia locale, il medico raggiunge dall'interno le vene spermatiche e le cauterizza, riportandole alla funzione normale. L'intervento ormai è di routine e non comporta alcun rischio per la salute: la completa guarigione avviene nell'arco di un paio di settimane dall'operazione. Durante la convalescenza si consiglia il riposo assoluto. È stato rilevato che il 50% dei pazienti che si è sottoposto alla chirurgia o alla radiologia è tornato ad avere livelli di fertilità normali o simili a quelli che aveva in precedenza, in particolare nei soggetti che prima dell'operazione chirurgica presentavano una conta spermatica superiore ai 10 milioni al millilitro. A quattro mesi di distanza dall'intervento chirurgico o dalla radiologia, è necessario sottoporsi ad una visita di controllo dall'andrologo o dall'urologo e fare un'ispezione di scroto e testicoli: l'operazione non annulla il rischio di recidive.
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