Tra le malattie che possono provocare una tumefazione dei linfonodi c'è anche il semplice raffreddore, la faringite e la bronchite. La situazione non deve destare preoccupazione se sono presenti altri sintomi, come la tosse, la febbre e la tonsillite. Le tonsille palatine sono esse stesse degli organi del sistema linfatico, che vanno incontro ad ingrossamento ed arrossamento. Anche i batteri che causano gli ascessi dentali possono determinare la manifestazione. La mononucleosi è un'altra patologia che comporta l'ingrossamento dei linfonodi. Il virus che la provoca (Epstein-Barr) può restare nell'organismo in forma latente per vari mesi e l'aumento di volume delle ghiandole può permanere per altrettanto tempo. La toxoplasmosi è un'altra patologia, trasmessa dai gatti o mediante il consumo di carne contaminata, che può causare gonfiore alle linfoghiandole.
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Il linfonodo aumentato di volume può essere caratterizzato da diversi tipi di consistenza: gommoso, molle o duro. Tra le altre cause che possono provocare il fenomeno di ingrossamento ci sono: alcune infezioni della cute, dell'orecchio (otite), la gengivite, la parotite, la sinusite, l'Herpes, l'influenza, la rosolia, la reazione individuale ad un farmaco o ad un vaccino. Sebbene più raramente, è possibile che la manifestazione sia causata da malattie più gravi, come la tubercolosi, la sifilide, l'HIV e varie forme di neoplasia. La linfoadenite cronica è rivelata da sintomi come: linfonodi doloranti o duri, pelle soprastante calda e arrossata, febbre e brividi, inappetenza, elevata sudorazione e frequenza cardiaca, spossatezza. Questi disturbi possono tuttavia anche dipendere la patologie meno serie e meno preoccupanti.
Nella stragrande maggioranza dei casi un linfonodo ingrossato del collo non è indice di patologia grave, ma ci sono alcune circostanze nelle quali è consigliabile rivolgersi al medico. Non bisogna certamente trascurare un gonfiore che perdura da più di 3 o 4 settimane. Il medico effettuerà prima una visita controllando la dimensione e la consistenza delle ghiandole. Poi saranno necessari esami strumentali, come l'analisi del sangue, compreso l'emocromo, un'ecografia ed eventualmente la biopsia del linfonodo, nella quale una piccola parte dell'organo viene asportata ed analizzata per conoscerne la natura. Varie tipologie di tumori possono determinare l'aumento della dimensione dei linfonodi, come il linfoma (sia Hodgkin che non-Hodgkin) e la leucemia. I tumori che provocano aumento delle linfoghiandole del collo quando si verificano delle metastasi sono quelli alla gola ed alla laringe.
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