La sintomatologia che caratterizza la parotite è di facile riconoscimento. Innanzitutto essa si manifesta a livello delle due parotidi; le parotidi sono le più importanti ghiandole salivari e sono situate, una per lato, tra il ramo della mandibola e la zona sottostante l'attacco dell'orecchio. In condizioni fisiologiche, esse sono deputate alla secrezione della saliva che è poi eiettata, per mezzo di un apposito dotto, in bacinetti posti sotto la lingua. Il virus causa primariamente un'ipertrofia delle ghiandole che, essendo aumentate di volume ed essendo locate sotto le orecchie, può conferire l'apparente impressione di orecchie ingigantite, gli "orecchioni" appunto. Dopo l'ipertrofia delle parotidi, si assiste di solito a mal di gola, faringite e mal di testa. Tale quadro iniziale può evolversi, di sovente, in uno stato febbrile per cercare di contrastare l'infezione in atto, il quale tuttavia perdura per almeno dieci giorni.
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La parotite è denominata non a caso "epidemica" in quanto è risultata essere sempre molto contagiosa, avendo provocato, specie nel secolo scorso, diverse epidemie. La patologia in esame si trasmette per via aerea: quando una persona starnutisce, tossisce o espettora diffonde nell'aria, senza avvedersene, microscopiche particelle di vapore acqueo. Se tale persona è però affetta da una patologia virale, insieme a tali particelle (chiamate, nel gergo specialistico, Goccioline di Flugge), viene estruso anche il virus responsabile dell'infezione. Ignari soggetti che si trovano nel raggio d'azione (anche minimo) della persona ammalata finiscono dunque inevitabilmente con il contrarre la malattia e trasmetterla ad altri, come in un effetto domino. Appare ora più giustificata la natura contagiosa della parotite che ogni anno, nel mondo, affligge in media 850 bambini ogni 100000.
La parotite è, come appurato, una patologia tanto contagiosa quanto piuttosto perdurante. Una nota positiva è però che è, tranne nei casi più gravi, facilmente eradicabile e, soprattutto, prevenibile. In genere, non vi sono farmaci diretti contro il virus ma è possibile alleviare i sintomi tramite assunzione dei cosiddetti FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) come il paracetamolo (contro la febbre) o l'ibuprofene (contro il mal di testa). Tuttavia, a partire dal 1999, anno in cui l'Italia decise di far cominciare la campagna di vaccinazione polivalente per avversare parotite, morbillo e rosolia, i casi registrati di malattia conclamata sono discesi dai quasi 70000 del 1996 agli appena quasi 750 del 2006. Rimane dunque saldo il concetto che, sebbene la parotite rimanga per sua natura altamente trasmissibile, è sufficiente predisporsi ad apposita vaccinazione per scongiurare, con molta probabilità, il rischio di infezione; il vaccino costituisce quindi l'arma più potente contro i temuti "orecchioni".
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