Connettivite indifferenziata

Un solo nome per tante patologie diverse

Il termine connettivite indifferenziata è in realtà abbastanza vago: viene utilizzato in medicina per raggruppare in un'unica area diagnostica tutte le malattie autoimmuni che interessano il tessuto connettivo (cartilagini, ossa, sangue, linfa e adipe). Per ricevere l'appellativo "indifferenziate" queste non devono rientrare tuttavia nei criteri diagnostici per poter essere curate con le terapie specifiche tradizionali. Le connettiviti indifferenziate rappresentano circa il 60% delle malattie autoimmuni del sistema connettivo, e soltanto metà di esse evolve poi, col passare del tempo, in patologie meno vaghe e meglio inquadrabili. Rappresentano un'infiammazione generale dell'organismo e possono presentarsi con febbre, astenia, anemia, artrite e numerosi altri sintomi. Spesso inoltre sono accompagnate da un aumento dei valori di VES e PCR ematiche.
Rappresentazione malattie autoimmuni

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Cosa sono esattamente le malattie autoimmuni

Radiografie connettivite Inquadrare le malattie autoimmuni è estremamente complesso perché, al contrario delle malattie tradizionali (causate da fattori esterni, infezioni, virus, genetica o avanzamento dell'età) in questo caso abbiamo a che vedere non più con un sistema immunitario che lotta per la sopravvivenza cercando di far fuori la malattia ma, al contrario, con un sistema immunitario che "impazzisce" e lotta contro se stesso. In termini poco tecnici, potremmo definire le malattie autoimmuni come auto-sabotaggi del corpo. Le malattie autoimmuni hanno inoltre una caratteristica che le contraddistingue da tutte le altre: sono difficilmente curabili. Di solito, arrivati alla diagnosi, si riesce a tenere a bada con successo tutti i sintomi e ottenere una remissione completa o parziale degli stessi, ma il rischio di ricadute è dietro l'angolo ed è necessaria un'attenzione costante nei confronti del caso clinico in esame.

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Le malattie autoimmuni del tessuto connettivo più conosciute

Sindrome raynauds Tra le malattie autoimmuni del sistema connettivo più diffuse abbiamo sicuramente il pericolosissimo lupus eritematoso sistemico, che colpisce soprattutto le donne in età fertile (15-35 anni) e può danneggiare alcuni tessuti considerati vitali, cuore incluso; il fenomeno di Raynaud, che si manifesta con una alterata risposta della vasodilatazione agli arti ed è riconoscibile dall'esterno grazie all'aspetto "bicolor" che la circolazione errata del sangue può far assumere alle dita, e la Sindrome di Sjogren, una malattia autoimmune che causa la distruzione delle cellule in grado di produrre sudore, lacrime e saliva e che può comportare danni non indifferenti agli organi interessati, soprattutto a bocca e occhi. Si tratta soltanto di una piccola parte di tutte le possibili malattie nelle quali possono evolvere le connettiviti indifferenziate.


Connettivite indifferenziata: Come curarla definitivamente

Tessuto connettivo calcificato La connettivite indifferenziata è una malattia (se così possiamo chiamarla) autoimmune, e proprio come tale non può essere curata. Tra l'altro, viene definita "differenziata" proprio per la difficoltà nell'arrivare a una diagnosi certa, perché gli esami clinici risultano alterati ma non a tal punto da suggerire una terapia specifica o un piano d'attacco serrato. Proprio per questo motivo, date anche le possibili evoluzioni delle malattie indifferenziate in malattie specifiche nel corso degli anni, le terapie prevedono solitamente l'utilizzo di bassissime dosi di cortisonici unite a integrazioni per supportare l'organismo. In genere viene consigliato di tenere sotto controllo l'evolversi della malattia così da poter intervenire con farmaci specifici al variare delle condizioni cliniche iniziali.



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