Antibiotici

Storia degli antibiotici

Sebbene nelle culture antiche, come quella greca, quella egiziana e anche quella cinese, fossero noti i poteri curativi e battericidi di alcune piante, il preciso meccanismo di azione è stato svelato e applicato in maniera scientifica solo nel XX secolo. Gli antichi, infatti, ignoravano che ad avere effetti benefici non fossero le piante in sè, ma i microrganismi che crescevano su di esse, come muffe o altri piccoli vegetali. Fu Alexander Fleming, nel 1929, a scoprire casualmente la penicillina. Egli stava studiando una cultura batterica, che però venne attaccata dalla muffa. Si accorse allora che tale muffa era in grado di inibire la proliferazione batterica. La sua scoperta innescò una cascata di ricerche scientifiche sugli antibiotici. L'impiego di tali farmaci in ambito medico segnò una svolta nella storia dell'umanità: prima di allora, e non di rado, delle infezioni che oggi sarebbero considerate banali potevano causare la morte del malato.
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Classificazione e meccanismo d'azione

Diversi tipi di antibiotico La parola "antibiotico" deriva dal greco e, letteralmente, significa "contro la vita". Anche se oggi esistono antibiotici di origine sintetica, detti chemioterapici, essi sono sostanze prodotte da organismi come funghi e muffe in grado di aggredire in varie maniere i batteri, che sono, appunto, esseri viventi. Gli antibiotici vengono classificati in base al loro meccanismo d'azione: i battericidi sono gli antibiotici in grado di uccidere direttamente il batterio, mentre i batteriostatici impediscono che il batterio si riproduca. Esistono, infatti, antibiotici battericidi in grado di attaccare la parete cellulare, tra cui le penicilline, altri, invece, che attaccano la membrana plasmatica. Gli antibiotici batteriostatici sono in grado di interferire su diversi stadi della riproduzione batterica, in base al tipo: possono compromettere la sintesi degli acidi nucleici, quella proteica oppure possono ostacolare il metabolismo del batterio.

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Antibiotici: quando e come vanno usati

terapia antibiotica Gli antibiotici contrastano esclusivamente le infezioni batteriche, perciò, prima di assumerli, è bene verificare che l'infezione non sia di altra natura, come fungina o virale. Il parere medico, dunque, è fondamentale per individuare la causa dell'infezione e la terapia adeguata. Esistono tantissimi microrganismi appartenenti al regno dei batteri e ognuno di essi richiede la scelta consapevole del tipo di antibiotico da assumere. Una volta che il medico ha individuato il batterio, tramite l'antibiogramma, e la relativa terapia farmacologica è bene attenersi alle dosi e alla posologia prescritte: la cura va sempre seguita fino alla fine e non va interrotta nemmeno se i sintomi scompaiono prima del termine della stessa. Gli antibiotici hanno controindicazioni ed effetti collaterali molto specifici. Alcuni pazienti possono essere allergici al principio attivo o a uno degli eccipienti. Non è raro, inoltre, presentare una certa intolleranza a livello gastro-intestinale: gli antibiotici sconvolgono la naturale popolazione batterica del tratto digerente; molti medici, perciò, consigliano di contrastare tale effetto con l'assunzione di fermenti lattici.


Resistenza agli antibiotici

resistenza agli antibiotici Una delle principali e più pericolose conseguenze dell'abuso di antibiotici è la resistenza batterica a questi farmaci. A partire dalla loro scoperta, gli antibiotici hanno invaso la vita di ogni uomo, soprattutto in Occidente. Queste sostanze, infatti, non solo sono state spropositamene usate per trattare malattie facilmente curabili con altri farmaci, ma vengono iniettate per proteggere preventivamente le persone potenzialmente esposte a batteri pericolosi. Gli uomini non sono gli unici a usare tale sostanza, il trattamento antibiotico, infatti, è diventato sistematico in quasi tutti i tipi di allevamento e coltivazione. Tale esposizione massiccia ha favorito la selezione e la diffusione di batteri resistenti a uno o più antibiotici. Non é solo l'utilizzo inutile di antibiotici a favorire la proliferazione di popolazioni batteriche resistenti, ma anche l'assunzione di dosi errate di antibiotici, o il mancato rispetto della posologia.




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