L'iperattività della tiroide influenza anche il sistema nervoso centrale determinando alterazioni dell'umore, irritabilità, agitazione ed insonnia. In alcuni rari casi il paziente può sviluppare persino delle psicosi. L'apparato cardiocircolatorio subisce in maniera marcata l'effetto dell'eccesso ormonale, con aumento costante della frequenza cardiaca ed ipertensione, sovente abbinata ad un'ipertrofia del ventricolo sinistro. Il quadro clinico della malattia può comprendere ancora diversi altri sintomi, sebbene siano secondari. Tra questi, si possono manifestare: irregolarità del ciclo mestruale, calo del desiderio sessuale, infertilità sia nell'uomo che nella donna e ginecomastia (nel 5% degli uomini). Alcuni pazienti possono essere affetti da congiuntivite, pelle sottile ed esoftalmo, cioè occhi sporgenti.
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L'ipertiroidismo può avere cause diverse come un'eccessiva assunzione di farmaci a base di ormoni tiroidei per dimagrire, l'adenoma tossico o iperfunzionante, il gozzo multinodulare tossico, il morbo di Graves-Basedow e la rara ipersecrezione di TSH da parte dell'ipofisi. La malattia colpisce soprattutto le donne tra i 20 e i 40 anni ed è uno dei più diffusi disturbi endocrini e metabolici. L'uso di T3 e T4 per bruciare più grassi e un'esagerata assunzione di iodio può causare la patologia in soggetti predisposti. Nel morbo di Graves-Basedow le immunoglobuline stimolanti la tiroide (TSI) agiscono sui recettori del TSH, inducendo ipersecrezione di ormoni T3 e T4. Nel gozzo multinodulare tossico la tiroide presenta vari punti iperattivi mentre nel gozzo nodulare la malattia è dovuta ad un'unica zona che produce ormoni in eccesso.
La terapia dell'ipertiroidismo dipende dalla causa che l'ha determinato e comprende: farmaci tireostatici, intervento chirurgico di asportazione parziale o totale della tiroide (tiroidectomia) e impiego dello iodio 131 radioattivo, qualora il paziente non sia operabile. Per evitare gravi complicazioni, è importante intervenire precocemente, appena i sintomi si manifestano in modo evidente. Trascurare la malattia può portare ad osteoporosi, fibrillazione, disturbi neuro-psichiatrici e malattie oculari. L'assunzione di farmaci tireostatici può essere abbinata ai betabloccanti per contrastare la tachicardia e le alterazioni dell'umore. Tra i farmaci più utilizzati ci sono: il metimazolo o tiamazolo, il carbimazolo, il propiltiouracile ed il perclorato di potassio. Dopo l'asportazione della ghiandola, è necessario assumere a vita la levotiroxina sodica per compensare la totale assenza ormonale.
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